Premessa ricarica arma corta: La ricarica domestica è molto utilizzata dalla stragrande maggioranza di tiratori, che essi siano di tiro accademico, tiro dinamico o altre discipline. E’ una pratica che appassiona tutti noi tiratori, che cerchiamo di trovare la cartuccia ideale. Per la ricarica ci sono svariate marche di presse, die, e quant’altro, e oggi grazie alla rete è possibile prendere lezioni online, o semplicemente guardare i tutorial che spopolano specialmente su youtube. In linea di massima si utilizzano tre o quattro die, ilCarbide Sizing Die” che decapsula e ricalibra il bossolo, poi secondo passaggio “Powder Through Expanding Die” che svasa leggermente e permette l’inserimento della polvere, terzo passaggio” Bullet Seat & Feed Die” che inserisce la palla e raddrizza le spalle del bossolo svasate dal secondo die. Alcuni poi utilizzano un quarto die,  il  “Factory Crimp Die” che diciamo porta il bossolo alle dimensioni di fabbrica e può anche “crimpare” il bossolo attorno all’ogiva. Altre presse come la dillon hanno anche altri die che inseriscono solo l’ogiva, ma io vorrei focalizzare l’attenzione diciamo sui classici tre passaggi, ricalibratura, svasatura e inserimento palla/chiusura pareti del bossolo. Non entriamo nel merito  delle varie consistenze dei bossoli, quelli più morbidi, quelli più duri, ogive blindate, ramate, il lega delle varie trafilature in base al produttore, altrimenti non ne usciamo più. Quali sono gli inconvenienti che abbiamo con le nostre cartucce: nel 9×21, spesso all’inserimento dell’ogiva il bossolo collassava lateralmente formando quella “pancetta” antiestetica nel 40s&w, con l’inserimento dell’ogiva il bossolo spanciava in corrispondenza del fondello. Questi inconvenienti sono dovuti perché la forza impressa assialmente al bossolo e contemporaneamente la dilatazione dovute all’inserimento  dell’ogiva può far collassare le pareti del bossolo.  Aggiungiamo ancora, che il punto di collasso del bossolo è strettamente in relazione all’altezza del bossolo, ad suo diametro e all’angolazione delle pareti.

Facciamo un test

Quindi in questo caso abbiamo visto il collasso eccentrico della parete del nostro bossolo. Questo collasso non è dovuto al fatto che noi non abbiamo utilizzato una morsa 9×21, ma alla struttura che noi abbiamo impresso al bossolo con il primo passaggio. Per ovviare a questo inconveniente alcuni ricaricatori, fanno un successivo passaggio a cartuccia assemblata, utilizzando il  factory crimp per “schiacciare” quella imperfezione sul bossolo. Questa operazione è da me sempre odiata e la ritengo deleteria. Per vari motivi, uno ad esempio è che “schiacciando la parete del bossolo, vado a comprimere la mia ogiva fatta di piombo e che non ha una grande elasticità, e specialmente perché in questo modo, variano sensibilmente le dimensioni della cartuccia finita. Altro modo di operare di alcuni ricaricatori, è  quello di sdoppiare il primo passaggio: utilizzando il classico die ricalibratore sollevato nella pressa di qualche millimetro, ricalibrando così solo la parte superiore del bossolo e decapsulandolo contemporaneamente, per poi eseguire un ulteriore passaggio questa volta utilizzando il factory per ricalibrare la parte sottostante. A questo punto, si continua con i canonici passaggi, svasatura / inserimento innesco e polvere, e inserimento palla e riaddrizzamento colletto bossolo. Come si può notare questi due metodi richiedono minimo quattro passaggi.

 Metodo Nisckal

Giocando con i vari die, ho cercato di capire il perché di tutti questi piccoli inconvenienti, ma la cosa che non mi ha mai convinto era del perché per dare maggiore aderenza, dovrei stringere un bossolo intorno all’ogiva con l’utilizzo del factory o abbassando leggermente il terzo die. Mi spiego meglio, la necessità di avere una buona aderenza tra bossolo e ogiva è solo per avere una adeguata combustione della polvere, in modo che essa possa far raggiungere una giusta pressione. Altra funzione della crimpatura è quella di trattenere l’ogiva quando ad esempio la cartuccia si trova nel caricatore e subisce i contraccolpi dello sparo. Crimpare più del dovuto fa si che si alzino solamente le pressioni interne, crimpare in maniera deleteria fa si che non ci sia una adeguata combustione della polvere. Nel caso di cartucce tipo 9×21, 40 s&w, 45 e altre, dove il bordo del colletto del bossolo appoggia su quell’anellino in camera di scoppio della canna, la crimpatura può diventare controproducente. Questo perché se la cartuccia entra più del dovuto e si va a variare l’ “head space”. Quindi possiamo dire che una giusta crimpatura deve fasciare l’ogiva senza stringerla notevolmente, in modo da non schiacciare l’ogiva e specialmente per non curvare il bordo del bossolo. Cosa fondamentale è che il bossolo deve lavorare in battuta alla fine della camera di scoppio. Il bossolo è realizzato con materiali flessibili, ma la sua rigidità la possiamo modulare in base alla forma che noi gli diamo, facendolo passare per i vari die. Il metodo Nisckal da me realizzato ha risolto il problema dello snervamento del bossolo mantenendo comunque una giusta aderenza dell’ogiva. Infatti, questo metodo studia il comportamento del bossolo in base all’altezza, diametro e spinta assiale dell’ogiva. La genialità di questo metodo è per il fatto che si utilizzano i die già in commercio o che abbiamo già a disposizione nel nostro “magazzino di ricarica”.

 Ma entriamo nel vivo:

in base ad alcune formule matematiche mettendo in relazione altezza diametri, angoli, sono riuscito ad ottenere un grafico dove si evince sia la tenuta dell’ogiva e sia la criticità del bossolo (collasso spalle) in funzione alla spinta (forza) dell’ogiva per il suo inserimento . Chiaramente il tutto supportato da prove pratiche. Ma esaminandolo più alla spicciola, possiamo dire che più le spalle risultano essere parallele (ma in realtà c’è sempre un angolo di convergenza verso l’interno) e maggiore sarà la rigidità del bossolo. Per quanto concerne la tenuta dell’ogiva, beh qui la cosa si fa interessante: partiamo dal presupposto che il bossolo è elastico, e quindi se ad esempio comprimiamo con una pinza il colletto del bossolo, questo assume una forma schiacciata, ma quando andiamo a rilasciare la presa, il colletto tende a ritornare nella posizione iniziale. Questo per un effetto memoria del materiale (ottone) e per la sua struttura, un cilindro con pareti spesse pochi decimi. La cosa inversa avviene quando noi cerchiamo di allargare il colletto, questo sempre per un discorso di elasticità e di memoria tenderà a ritornare nella posizione iniziale. Riassumendo, dobbiamo cercare di avere un bossolo con le spalle più rigide e dobbiamo cercare di avere un colletto più stretto dell’ogiva del nostro calibro, in modo che all’inserimento della stessa, per un effetto elastico e di memoria, il colletto del bossolo possa continuare a stringere. Altro fattore importante dobbiamo cercare di dare al  bordo del bossolo la possibilità di battuta nella camera di scoppio.

La soluzione è il metodo Nisckal

Come funziona: prendiamo il factory crimp, e lo posizioniamo nella prima stazione, tutti noi sappiamo che il suo utilizzo serve a imprimere al bossolo le dimensioni che più si avvicinano a quelle di un bossolo nuovo, ma non solo, passando il nostro bossolo nel factory, le spalle saranno più dritte che se l’avessimo passato nel classico die ricalibratore. Questo cosa significa? Il bossolo sarà più rigido. Per la tenuta dell’ogiva, basta semplicemente dare una crimpatura decisa al colletto del bossolo. Questa operazione viene svolta dal cilindretto all’interno del factory. Osservando il bossolo così crimpato, ci rendiamo conto della sua forma a collo di bottiglia, bene, quella sezione a “collo di bottiglia” darà una adeguata tenuta all’ogiva.

Cosa succede quando noi adesso andiamo ad inserire l’ogiva?

Facciamo un test:

La forza impressa dall’ogiva, è identica al metodo tradizionale, ma le pareti del bossolo essendo più rigide non collasseranno, quindi non ci saranno spanciamenti. Ma non solo, la spinta dell’ogiva, provocherà un allargamento del colletto che farà tornare il colletto nella sua posizione quindi il linea con il resto del corpo del bossolo, che però continuerà  a stringere il corpo dell’ogiva per quel discorso di elasticità e memoria. Considerazione importante è che il bossolo nel passaggio del secondo die, viene svasato, quindi il Il cilindretto all’interno del factory ha una funzione precisa, quello di non crimpare il bossolo in maniera insufficente e quindi da non dare una adeguata tenuta all’ogiva ma non deve neanche crimpare in maniera esagerata, perché altrimenti la forza impressa sull’ogiva per farla entrare sarebbe maggiore, facendo comunque collassare le pareti del bossolo. Il metodo Nisckal lo utilizzo con grande successo per i calibri da me ricaricati, 9×21, 40 s&w, e 45 acp. Questi calibri per la loro differente altezza ma soprattutto diametro, necessitano di altezze di crimpaggio differenti che si traducono nella posizione del cilindretto all’interno del factory. Possiamo dire che la sostanziale differenza del metodo Nisckal e del metodo tradizionale è che con il primo, il bossolo ha le spalle più rigide e sopporta meglio lo sforzo di inserimento dell’ogiva. Il grande vantaggio del metodo Nisckal, e che per ottenere un’ottima cartuccia esteticamente e che sia valida tecnicamente, necessitano solo tre passaggi, quindi una velocità di assemblaggio maggiore. Le cartucce così assemblate risultano anche essere più costanti e non presentando difetti di bombature, gli inceppamenti dell’arma dovuti alle dimensioni del bossolo, risultano quindi praticamente nulle… e non è cosa da poco. Il metodo Nisckal, viene supportato da un adattatore da me realizzato e brevettato a norma di legge, che ha il compito oltre di trattenere al suo interno lo spillo decapsulatore, in modo da ricalibrare e decapsulare contemporaneamente con il factory in prima stazione, anche quello di modulare la crimpatura iniziale.

Nicola Scalone

Se tu hai una mela e io ho una mela e ce le scambiamo , allora tu e io abbiamo sempre una mela ciascuno……

……….. Ma se tu hai un’idea e io ho un’idea e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee